Non esiste Cultura Venatoria...
...senza una Letteratura Venatoria!I cacciatori e i pescatori italiani da ormai tanti, troppi, anni non hanno più accesso ad una Letteratura Venatorio-Alieutica adeguata alle loro tradizioni, aspettative e prerogative. A questa inaccettabile situazione, sicuramente, hanno contributo i recenti fallimenti, sia commerciali che di pura filosofia editoriale, delle case editrici che si occupavano di tenere viva questa cultura. E quelle pochissime rimaste (o i simulacri di esse) non ritengono più cosa buona e giusta per una casa editrice che si occupa di caccia e di pesca di pubblicare alcun libro su questi argomenti. Fatto questo, curioso e gravissimo nel contempo. Ma non c’è solo questo. A dirVi la verità, avendoci lavorato per molti anni con queste case editrici, più che spesso le scelte editoriali dei testi in pubblicazione erano più rivolte verso puri interessi commerciali e di trend più che ad un vero e proprio orientamento editoriale improntato sulla cultura e l’informazione. Non si spiegherebbe, infatti, come mai nessuna di queste case editrici abbia mai tradotto alcuna di quelle opere fondamentali di cultura venatoria e alieutica internazionale che costituiscono l’ossatura portante di quel meraviglioso corpo base fondamentale delle rispettive Culture. Cosa che, invece, fanno tutte le case editrici americane, francesi, spagnole, tedesche e inglesi, ad esempio. Non è pensabile, secondo quello che è il mio parere, ossia quello di un fotogiornalista che ha collaborato per più di 25 anni con le più prestigiose case editrici di caccia e di pesca americane, francesi, spagnole e tedesche, il costruire una qualsiasi Cultura Nazionale senza alimentarla con il meglio dei testi e delle informazioni provenienti dall’esperienza di altri cacciatori e pescatori di altri Continenti.
La Cultura non è un qualcosa di statico o di prigioniero a doppia mandata al bosco o al laghetto o al tratto di costa marina situati vicino a casa propria – e men che meno agli appetiti delle case costruttrici di armi e di canne da pesca -, bensì qualcosa di dinamico e di allargato, altrimenti non si può parlare di Cultura ma di semplici tradizioni locali e di ginnastiche commerciali. Ed è esattamente di questo che ha sempre sofferto il mio Paese: l’incapacità di assemblare tutte queste tradizioni locali in un unica forma Culturale per di più senza il necessario apporto del meglio delle Culture straniere. Tutta questa situazione ha portato non soltanto ad un sensibile decadimento dei prodotti informativi disponibili, ma soprattutto ad uno stop nell’apporto culturale, anzi, direi a questo punto ad una grave regressione di quell’importante patrimonio dei cacciatori e dei pescatori italiani che è la Cultura Venatorio-Alieutica Italiana. Per questo motivo ho deciso di cominciare a fornire ai cacciatori e ai pescatori italiani i migliori prodotti culturali nei rispettivi campi venatori e alieutici in modo tale da colmare, quanto più possibile, questo immenso e immane vuoto. Le risorse di cui dispongo sono modeste ma Vi prometto di darvi il massimo possibile senza risparmiarmi in nulla. Come d’altronde ho sempre fatto per Voi da 26 anni a questa parte.
Alessandro Magno Giangio